03/12/2025Nano Banana Pro e NotebookLM: Google è inarrestabile
C’è una bomba AI che Google ha rilasciato settimana scorsa di cui non ti ho ancora parlato - Nano Banana Pro - e non è tutto!
Google non si ferma un attimo: settimana scorsa ti ho parlato di Gemini 3 e Antigravity, ma non sono gli unici rilasci che ha fatto.
Scusa, ma che altro ha rilasciato?
Beh, andiamo con ordine.
Nelle scorse settimane Google ha introdotto diverse funzioni (attivabili dalla voce Crea del canvas) nella Deep Research di Gemini: Infografica, Flashcards, Quiz, Overview Audio (ripresa da NotebookLM) e, più recentemente, Slide (che crea una presentazione esportabile in Google Slide e modificabile!).
Ecco, Google ha rilasciato man mano le stesse funzioni anche in NotebookLM, che ora permette di fare anche infografiche e slide.
(Tra l’altro è notizia di questi giorni che Google le abbia rimosse provvisoriamente dalla versione free, ma vedremo)
E, a sorpresa, settimana scorsa sono arrivate la ricerca web e la Deep Research direttamente nel notebook, per avere materiale pronto da usare come fonte.
Cioè, ti rendi conto della figata?
Google sta evidentemente andando nella direzione di integrare sempre di più i suoi mille tool, ed è assolutamente la strada giusta!
Ad oggi, non solo Gemini 3 è il miglior modello di ragionamento e coding sul mercato - ma queste son cose che cambiano di mese in mese…
Gemini come servizio è a mani basse il più completo, competitivo e ricco di funzioni che ci sia (senza contare i vantaggi delle integrazioni con Google Drive e Google Workspace).
Al contrario di Gemini, però, in NotebookLM le slide non sono ancora modificabili, ma sono generate con il modello text-to-image di Google: Nano Banana (Gemini 2.5 Flash Image), rilasciato solo ad agosto!
E qui ci agganciamo all’altra big news…
Come se non bastasse Gemini 3 Pro a far ingolosire tutti gli smanettoni, Google ha rilasciato anche la nuova versione del suo image model, Nano Banana Pro!
Ancor più del predecessore, è lo stato dell’arte (e qui arte ci sta!) nella generazione e nell’editing delle immagini…
Ma capiamo un attimo…
Fino a qualche mese fa, i modelli text-to-image faticavano a generare immagini coerenti tra più iterazioni.
Solo che spesso ci capita di voler passare un’immagine al modello solo per farla correggere, rimuovere qualcosa, ma lasciando il resto intatto (come il soggetto).
O anche semplicemente di generare un soggetto e di voler generare altre immagini con lo stesso soggetto, magari in pose diverse o con un look diverso.
Ecco, su questo tutti i modelli fallivano.
Non so se ricordi il meme di Dwayne Johnson che, dopo 101 iterazioni in cui l’utente chiedeva a ChatGPT di rigenerarlo identico, alla fine diventava tipo un alieno colorato!
Quando è arrivato Nano Banana si è subito imposto per due caratteristiche: l’incredibile consistenza (cioè la coerenza tra più generazioni) e la possibilità di usarlo non solo per generare immagini, ma anche per fare editing.
Nano Banana Pro riconferma tutto, alzando ulteriormente il livello.
Un altro enorme limite storico dei modelli che generano immagini, infatti, era la capacità di scrivere testo.
Come mai?
Semplice: un modello di immagini, se genera parti di testo, non le considera “stringhe di testo”, ma grafica, perché sa generare solo grafica.
Finisce così per generare un’immagine di testo, che nei modelli di questo tipo era sempre illeggibile o confusa, cioè piena di allucinazioni.
Nano Banana era già migliorato nettamente su questo, ma con il Pro il contributo di Gemini 3 è tangibile:
- Testo nelle immagini finalmente nitido e leggibile (Google ce l’ha veramente fatta).
- Stili coerenti, anche complessi
- Coerenza visiva multi-immagine: fino a 14 input e 5 persone riconosciute stabilmente.
- Editing avanzato: angoli di camera, color grading, illuminazione
- Editing localizzato, camera control, color grading, fino a 4K (finalmente!).
- Reasoning multimodale
- Possibilità di impostare il 4K sulle immagini (soprattutto usando da Google AI Studio


La bravura di Nano Banana sta nella mediazione di Gemini 3, che prende il prompt dell’utente e lo riformula in modo super dettagliato prima di passarlo a Nano Banana.
E, soprattutto, è in grado di cercare sul web prima di generare contenuti informativi, come infografiche, diagrammi, schemi.
Che infatti sono molto accurati e super credibili.

Cioè, è impressionante!
Ovviamente, nessuna illusione: un modello perfetto non esiste, e di certo né Nano Banana Pro né Gemini 3 sono esenti da allucinazioni.
Ma sono diventate sempre più difficili da scovare.
Diciamo che nel giro di qualche mese mi aspetto di poter fare delle infografiche decenti con l’AI!
Tra l’altro, Nano Banana Pro è il primo modello generativo che si appoggia nativamente a Google Search per ottenere contenuti aggiornati.
Tradotto: se vuoi la mappa del meteo di Tokyo di domani alle 17:00… te la disegna.
E non è finita qui!
Se ci hai fatto caso, le immagini generate con la prima versione di Nano Banana avevano un watermark visibile con il logo di Gemini.
Una critica ovvia?
Chiunque poteva rimuoverlo con un tool AI, con Photoshop, persino con Word o tagliando quel pezzo di immagine.
Inoltre, non c’era un sistema per riconoscere le immagini AI-generated, soprattutto perché bastava fare uno screenshot o editare l’immagine per cambiarne i metadati e renderla irriconoscibile.
Adesso gli utenti possono caricare immagini e chiedere a Gemini di verificare se siano state create o alterate con l’AI di Google!
Questa verifica si basa sul SynthID, un watermark digitale non percepibile nel contenuto multimediale.
Il sistema permette agli utenti di interpellare il tool per verificare la provenienza e l'autenticità dell'immagine, rilevando la presenza della filigrana digitale.
Google ha in programma di estendere la verifica tramite SynthID a formati aggiuntivi, come video e audio,
E, per garantire davvero trasparenza, sta adottando lo standard C2PA, un protocollo aperto che aggiunge credenziali di autenticità direttamente ai contenuti.
Tradotto:
- non puoi verificare solo l’AI di Google,
- ma anche immagini generate da altri modelli e strumenti.
Una scelta obbligata: la GenAI è ovunque, e serve un linguaggio comune per capirne l’origine.
Insomma, Google non sta solo spingendo per l’innovazione, ma anche per la trasparenza e la sicurezza.
Curioso di vedere come si svilupperà il tutto, ma una cosa è certa: rispetto ai primi mesi di GenAI, Google ha decisamente recuperato terreno e superato da destra gli altri player!
Giacomo Ciarlini - CIO - Datapizza
Simone Conversano - AI Adoption Specialist - Datapizza